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giovedì 30 aprile 2020

STEP 10: Stronger - Io sono più forte



Ispirato ai tragici avvenimenti della maratona di Boston del 2013, Stronger racconta l'incredibile storia di Jeff Bauman, un giovane americano diventato simbolo di forza e speranza per tutto il suo paese. Bauman, il 15 aprile 2013, stava aspettando in mezzo alla folla che la sua fidanzata tagliasse il traguardo, ma sfortunatamente quel giorno, un terrorista, fece esplodere una bomba tra gli spettatori e Jeff perse entrambe le gambe
Il dolore, la sofferenza e la consapevolezza che la sua vita non sarebbe stata più la stessa, non spensero però in lui, la speranza e la voglia di rimettersi in piedi. A maggio dello stesso anno infatti, Bauman indossò per la prima volta le protesi che gli permisero di tornare a camminare e nonostante quello fosse solo l'inizio di un lungo percorso di rinascita, Jeff alla fine ne uscì vincitore.

mercoledì 29 aprile 2020

L'antenato di "Iron Man"


Götz von Berlichingen

“In combattimento, mi è stata molto più utile della carne originale”


Sono queste le parole con cui Götz von Berlichingen, il folle mercenario tedesco dalla mano di ferro, si riferisce alla protesi meccanica che si fece costruire per rimpiazzare il braccio perso durante l'assedio della città di Landshut.
Il soldato tedesco che, senza ombra di dubbio ha battuto sul tempo "l'eroe d'acciao" di Stan Lee, fu reso celebre da Johann Wolfgang von Goethe, che, rimasto affascinato dalla storia del mercenario, nel 1773 diede alle stampe un dramma che raccontava le incredibili avventure del cavaliere.




Emblema della forza e della tenaciaGötz von Berlichingen neanche dopo il terribile incidente abbandonò il campo di battaglia. Dopo essere stato colpito da una palla di cannone che gli recise di netto il braccio destro, il mercenario tedesco decise infatti, di farsi fabbricare una protesi in ferro che gli permise di combattere per oltre quarant'anni.


Braccio meccanico di Götz von Berlichingen

Simbolo del progresso scientifico e tecnologico inaugurato dal Rinascimento, il braccio meccanico che il soldato si fece costruire dopo essere stato ferito, è di gran lunga una delle creazioni più strabilianti del XVI secolo. 
La protesi infatti, poteva essere direttamente controllata dall'arto controlaterale attraverso cavi e giunture che garantivano alla mano una presa stabile e sicura




Primo prototipo del braccio meccanico
Grazie alla nuova mano di ferro, Götz von Berlichingen riuscì a combattere ancora per molto tempo, partecipando alle guerre contadine del 1525 e alla lotta contro i Turchi in Ungheria al fianco di Carlo V.
Passato alla storia come il novello Robin Hood che proteggeva i più deboli dai loro oppressori, von Berlichingen è rimasto impresso nella cultura occidentale come il soldato dal braccio di ferro, o meglio, come il primo vero "Iron Man" della storia dell'umanità.


lunedì 27 aprile 2020

STEP 09: Pillole di espressionismo

Autoritratto da soldato
Ernst Ludwig Kirchner
1915, Allen Memorial Art Museum, Oberlin
Padre dell'espressionismo e fondatore del Die Bruke, il gruppo di artisti di avanguardia tedesco, in questo dipinto Kirchner si ritrae nelle vesti di un soldato del 75° reggimento di artiglieria, mutilato della mano destra e senza gli occhi. Allegoria del disagio e del malessere interiore che il giovane soldato aveva vissuto durante l'esperienza del fronte, il dipinto, con i suoi colori accesi e i suoi tratti netti e decisi è un classico della pittura espressionista. Alle spalle del pittore, raffigurato in secondo piano, emerge il ritratto di un nudo femminile, simbolo della bellezza e dell'arte ormai incomprensibili al pittore che, tormentato e perseguitato dall'esperienza della guerra, non riesce più né a guardarle, né a dipingerle.



STEP 08: Il nuovo Demiurgo



"Volendo il dio che questo mondo rassomigliasse il più possibile al più bello e al più perfetto fra gli esseri intellegibili, realizzò un solo essere visibile che avesse al suo interno tutti quegli esseri che gli fossero per natura affini. Dunque abbiamo detto giustamente che il cielo è uno solo, oppure era più giusto affermare che sono molti e infiniti? Esso è uno solo, se è stato fabbricato secondo il modello. Infatti quello che contiene tutti quanti gli esseri intellegibili non potrebbe mai essere secondo dopo un altro: altrimenti, a sua volta, vi dovrebbe essere un altro essere che contenga quei due, di cui appunto quei due sarebbero parte, e dunque sarebbe più corretto dire che esso non rassomiglia a quelli ma a ciò che li contiene."

Timeo

Nel Timeo, Platone descrive la creazione dell'universo, immaginando che a plasmarlo sia stata una strana creatura divina, il Demiurgo, che lo ha modellato guardando al mondo perfetto delle idee.

Il Demiurgo viene perciò presentato come il ponte tra due mondi apparentemente inconciliabili, l'anello di congiunzione tra intellegibile e sensibile che ha generato il migliore dei mondi possibili, dando ordine e forma alla materia preesistente.


Il “divino artefice”, che nell'immaginario collettivo è rimasto impresso come la rappresentazione del sommo bene e della suprema sapienza, oggi, nell'epoca del dominio della scienza sembra essersi reincarnato proprio nelle creature che egli stesso ha plasmato.


Spinto da un'incontrastata fiducia nella tecnica infatti, l'uomo ha raccolto l'eredità del vecchio scienziato baconiano per trasformarsi nel nuovo demiurgo che progetta e crea proprio come il “divino artefice” di Platone.





L'irrefrenabile desiderio di controllo e di dominio sulla natura ha portato l'uomo ad oltrepassare limiti inauditi e, fino a poco tempo fa, impensabili da superare.

Egli è passato infatti dal progettare rudimentali protesi in legno, all'ideare complessi strumenti ipertecnologici che, se da un lato sono l'espressione del suo incredibile ingegno, dall'altro sono la prova di un progresso inarrestabile che prima o poi potrebbe sfuggirgli di mano.





Il sommo bene e la suprema sapienza infatti, non sono proprie dell'uomo perciò quello che nella nostra mente assomiglia al più bello e al più perfetto dei mondi realizzabili, nella realtà si potrebbe rivelare il più oscuro dei nostri demoni.


Riferimenti:
http://www.ousia.it/SitoOusia/SitoOusia/TestiDiFilosofia/TestiPDF/Platone/Timeo.pdf

domenica 26 aprile 2020

STEP 07: Torniamo a toccarci


Le tue mani

Quando le tue mani muovono,
amore, verso le mie,
cosa mi portano in volo?
Perché si sono fermate
sulla mia bocca, all’improvviso,
perché le riconosco
come se una volta, prima,
le avessi toccate,
come se prima di esistere
avessero già percorso
la mia fronte, la mia cintura?
La loro morbidezza giungeva
volando sul tempo,
sul mare, sul fumo,
sulla primavera,
e quando tu hai posato
le tue mani sul mio petto,
ho riconosciuto quelle ali
di colomba dorata,
ho riconosciuto quella creta
e quel colore di grano.
Per tutti gli anni della mia vita
ho vagato cercandole.
Ho salito scale,
ho attraversato scogliere,
mi hanno trascinato via treni,
le acque mi hanno riportato,
e nella pelle dell’uva
mi è sembrato di toccarti.
Il legno di colpo
mi ha portato il tuo contatto,
la mandorla mi annunciava
la tua morbidezza segreta,
finché si sono strette
le tue mani sul mio petto
e lì come due ali
hanno concluso il loro viaggio.

Pablo Neruda


Così Neruda descrive le mani dell'amata, proprio come se al buio e con gli occhi bendati, cercasse a fatica di ricordare quel leggero e amorevole tocco a lui tanto caro.


Ogni elemento della natura sembra annunciare a gran voce il ritorno della donna, il legno, la sottile pelle dell'uva e la morbidezza delle mandorle rievocano infatti nella mente del poeta, il dolce tocco delle mani della fanciulla, proprio come se la donna, semplicemente attraverso il mite ricordo delle sue carezze, potesse viaggiare indietro nel tempo e tornare da lui.

Fino a qualche tempo fa però, non tutte le “mani” potevano percepire queste sensazioni, non potevano avvertire il caldo, il freddo e la morbidezza degli oggetti che sfioravano e non potevano sentire il contatto di un'altra mano che le accarezzava delicatamente. Le protesi infatti, per quanto innovative e tecnologicamente avanzate non sono mai state in grado di sostituire la mano umana.
Prototipo della mano robotica LifeHand 2

Oggi però, dopo tanta ricerca e sperimentazione, gli scienziati hanno finalmente presentato la prima mano protesica di derivazione robotica: LifeHand 2. La protesi, già impiantata ad un uomo danese, ha permesso al paziente di recuperare tutte le funzionalità della mano umana, rendendolo capace di percepire, con una sola presa, tutte le caratteristiche degli oggetti che afferra.








lunedì 20 aprile 2020

STEP 06: Storie di fantascienza che sembrano reali


Tanto tempo fa, quando la tecnologia era ancora un mistero tutto da svelare, gli uomini incominciavano già ad immaginare creature d'acciaio ed esseri iperdotati che in un futuro lontano avrebbero popolato la terra. Oggi però, in un mondo dominato dalla scienza e dalla tecnica, quel futuro tanto atteso sembra davvero arrivato e le storie fantascientifiche che per tanto tempo sono rimaste racchiuse tra le pagine dei libri, sono diventate realtà.

In un mondo ormai completamente digitalizzato infatti, non c'è più limite, né confine tra reale e virtuale, uomo e macchina.
Ed è proprio questa la storia che Isaac Asimov, nel 1967, raccontava con “Il Segregazionista”.

In un futuro prossimo in cui le protesi robotiche non sono più fantascienza, un vecchio senatore ormai stanco e malato, si ritrova davanti ad un chirurgo per farsi sostituire il cuore affaticato e, tra una protesi di plastica e una di metallo, sceglie quella di metallo nonostante i tentativi del medico di fargli cambiare idea.
La protesi in plastica infatti, seppur meno resistente della struttura in metallo, è sicuramente più adatta ad imitare, con grandissima approssimazione, il tessuto naturale del cuore umano.
Nel nuovo mondo che l'autore immagina nella sua storia però, quella per le protesi metalliche sembra ormai una mania e a nessuno interessa rimanere ciò che è perchè tutti ormai, sono affascinati dalla resistenza e dalla forza indomabile delle nuove macchine.

Se in passato quindi, gli uomini antichi si rimettevano nelle mani degli dei, oggi noi ci rimettiamo nelle mani della scienza e del progresso tecnologico inarrestabile, abbandonando passo dopo passo la nostra natura e il nostro corpo in cambio della "vita" dei Metallo.




STEP 05: Gli "indistruttibili"


Gli "Indistruttibili", sono loro i protagonisti del nuovo spot pubblicitario che la Toyota ha lanciato in questi ultimi giorni. La casa automobilistica giapponese infatti, in un momento di così grande crisi, ha deciso di mandare un messaggio di fiducia e speranza per spingere il paese a reagire con forza e determinazione alla pandemia e lo ha fatto con l'aiuto di un gruppo di atleti italiani, olimpici e paralimpici che meglio di chiunque altro conoscono l'arte di "sfidare l'impossibile".
Proprio come  il "Doroppu", il vaso giapponese a forma di goccia che, dopo essere stato frantumato in mille pezzi, viene pazientemente ricostruito, così molti di loro, a cui la vita aveva sfilato di mano i sogni, sono stati "ricomposti" diventando ancora più unici e preziosi.

martedì 14 aprile 2020

STEP 04: Le protesi nella mitologia


Le radici del progresso, dello sviluppo tecnologico e della stessa ingegneria per cui oggi ogni segreto sembra ormai svelato, sono molto più antiche di quello che si possa immaginare.

Tracce di arti d'avorio e mani robotiche per esempio, appaiono infatti già nei racconti della mitologia classica, ancor prima che “l'eroe d'acciaio” con la sua armatura ipertecnologica, facesse il suo ingresso nel mondo dei fumetti.

I miti della classicità infatti, meglio di qualsiasi opera storiografica, ci aiutano a ricostruire l'incredibile evoluzione della protesi, a partire dalla spalla d'avorio forgiata dal dio del fuoco Efesto, fino ad arrivare addirittura, ai primi esperimenti di protesi robotiche.


Celebre, nella tradizione mitologica greca, è la storia di Pelope.
Pelope infatti, nipote di Giove, dopo essere stato ucciso dal padre Tantalo che, per provare l'onniscienza degli dei diede loro in pasto le carni del figlio, fu resuscitato da Demetra, dea dell'agricoltura, con una spalla d'avorio. La dea infatti, sconvolta per la perdita della figlia Persefone, non badò all'inganno di Tantalo e si cibò proprio della spalla del ragazzo.

Rappresentazione di Tezcatlitoca


Esempi di divinità amputate e arti di legno non mancano però nemmeno nella tradizione mitologica nahua. Secondo un racconto della tradizione azteca infatti, il dio della creazione, Tezcatlitoca, usò il piede come esca per attirare il mostro della terra, Cipactli. Il mostro divorò il piede della divinità e Tezcatlitoca, con l'aiuto di Quetzalcoatl, riuscì con questo stratagemma a catturarlo e a usare il corpo della terrificante creatura per modellare la terra.







Rappresentazione dell'armatura di Iron Man




Arrivando alla mitologia più moderna, troviamo invece le incredibili creazioni dell' uomo d'acciaio. L'eroe dei fumetti infatti, proprio come l'Egesistrato di Erodoto che, per liberarsi dai Lacedemoni, si tagliò un piede e lo rimpiazzò con uno di legno, fabbricò una corazza d'acciaio che utilizzò per far esplodere il villaggio dei terroristi che lo avevano rapito e fuggire nel deserto.




Questi racconti che apparentemente sembravano destinati a rimanere pure e semplici creazioni della fantasia e dell'immaginazione degli uomini antichi, si sono trasformate invece, in vere e proprie intuizioni geniali che ci hanno portato a dare un nuovo volto alla realtà del nostro tempo.

STEP 24: Sintesi finale

Quando pensiamo all'organismo umano, lo immaginiamo sempre come una macchina perfetta, un complesso sistema di ingranaggi che lavora i...