Quando pensiamo all'organismo umano, lo
immaginiamo sempre come una macchina perfetta, un complesso sistema
di ingranaggi che lavora in completa sintonia.
Eppure, all'essere umano niente sembra
bastare mai. L'idea di una perfezione ancora più perfettibile è
radicata in lui da sempre e, anche se la possibilità di realizzarla
è piccola, egli continua a rincorrerla.
Convinto di essere una creatura ancora
in via di definizione, l'uomo è alla ricerca della forma che più
gli si addice e, proprio come un nuovo demiurgo, già da parecchio
tempo ormai, ha cominciato a plasmarsi fabbricando strani aggeggi di
metallo, le protesi.
Tremila anni fa, quando gli egizi iniziavano a costruire i primi arti in legno, l'ingegneria era ancora
un mondo oscuro e pieno di enigmi. Oggi, invece, nell'era del Villaggio Globale, ogni segreto sembra svelato e quel futuro tanto lontano che per secoli gli uomini antichi hanno immaginato nei loro miti, è arrivato.
Dalla prima mano meccanica realizzata
da Parè nel XVI secolo, siamo passati ai modernissimi microchip di Elon Musk che, nel giro di un decennio, si trasformeranno
nell'interfaccia tra mente e computer.
Per quanto allettante e affascinante,
però, lo scenario che possiamo scorgere all'orizzonte, non è, di
certo il più rassicurante. Mosso dal desiderio di superare se
stesso, di migliorarsi e potenziarsi, infatti, l'uomo sta perdendo il
controllo del complesso intreccio di innovazioni e invenzioni che ha
realizzato.
Le protesi, infatti, seppur quasi del
tutto compatibili con la biologia umana, rimangono un artefatto,
l'ennesimo tentativo dell'uomo di andare contro natura.
Tutti i limiti che avevamo fissato sono
stati abbattuti e, in men che non si dica, una tecnologia così
grandiosa che ci ha resi capaci, per la prima volta, di dare nuova vita al nostro corpo, si è trasformata nel più grande dei nostri demoni.
Gli strumenti a cui abbiamo dato forma,
passo dopo passo, stanno dando forma a noi e forse, tra qualche
decennio, soverchiati dalla stessa tecnologia che abbiamo fabbricato,
ci chiederemo se è possibile tornare indietro, ma a quel punto, sarà troppo tardi.
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