“La
ragione è nemica della natura, non già quella ragione primitiva di
cui si serve l’uomo nello stato naturale, e di cui partecipano gli
altri animali, parimente liberi, e perciò necessariamente capaci di
conoscere. Questa l’ha posta nell’uomo la stessa natura, e nella
natura non si trovano contraddizioni. Nemico della natura è
quell’uso della ragione che non è naturale, quell’uso eccessivo
ch’è proprio solamente dell’uomo, e dell’uomo corrotto: nemico
della natura, perciò appunto che non è naturale, né proprio
dell’uomo primitivo.”
Zibaldone, Leopardi
Fin
dai tempi più antichi, l'uomo ha voluto credere che la ragione
fosse il più grande dono che la natura potesse fargli, per renderlo
una creatura unica e speciale.
Ingegno
e intelletto, infatti, forse troppo ingenuamente, sono sempre stati associati alle idee di libertà e onnipotenza.
Proprio come lo scienziato baconiano che con la scienza e la tecnica
credeva davvero di poter prendere il posto della natura, l'uomo del nostro tempo, forse lasciandosi trascinare dall'ondata di
ottimismo positivista che ancora riecheggia nella sua mente, vive
nell'illusione di riuscire, prima o poi, a dominare il mondo.
Secondo
Leopardi invece, la ragione, associata alla tecnica,
più che all'arma per conquistare la libertà e il controllo sulla
natura, assomiglia alla prigione dorata che, con le sue stesse mani,
l'uomo sta costruendo e in cui si sta rinchiudendo.
Le macchine e i nuovi strumenti tecnologici, frutto di decenni di studi e scoperte, infatti, si stanno trasformando, sempre più velocemente, in estensioni del nostro corpo, vere e proprie protesi artificiali che, nel migliore degli scenari che abbiamo immaginato, dovrebbero condurci verso il dominio incontrastato della natura, ma che nella realtà, ci trascineranno verso l'autodistruzione.
L'uomo tecnico e protetico è ciò che più si discosta dalla natura. Cercando di migliorarsi e potenziarsi, infatti, l'essere umano perde il controllo delle sue stesse creazioni, rimanendo così vittima proprio della ragione e dell'intelletto che la natura stessa gli ha donato.
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