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sabato 6 giugno 2020

STEP 21: Uomo e macchina, le implicazioni etiche delle protesi




Da bambini, guardando l'uomo d'acciaio che salvava il mondo con la sua armatura super dotata e leggendo le incredibili storie dei robot, sempre più umani, di Asimov, rimanevamo affascinati e completamente catturati dalla possibilità che, un giorno, tutte quelle storie incantevoli, si sarebbero potute concretizzare nel nostro mondo.

Già gli antichi greci, nei loro miti, immaginavano un mondo nuovo e una realtà alternativa in cui uomo e macchina si sarebbero fusi, prendendo l'uno le sembianze dell'altro.
Questa prospettiva, però, per quanto affascinante e magica, continua a nascondere quel lato della medaglia più oscuro che, talvolta, è più facile ignorare.





La tecnica, oggi più che mai, è diventata, nel vero senso della parola, parte integrante della vita dell'essere umano. Alta tecnologia e apparecchiature iper innovative, infatti, non sono più semplici estensioni del nostro corpo, ma si stanno trasformando, sempre più rapidamente, in strumenti, talvolta anche microscopici, perfettamente compatibili con il nostro organismo.

Ed è proprio questo il caso delle protesi.

Le protesi, infatti, prima di essere arti, sono strumenti artificiali, apparecchi che, per quanto innovativi e tecnologicamente avanzati, non saranno mai del tutto compatibili con l'organismo biologico dell'uomo.

In quanto artificiali, infatti, proprio come qualsiasi macchina realizzata dall'ingegno e dalla creatività dell'essere umano, le protesi rimangono un artefatto, l'ennesimo tentativo dell'uomo di migliorarsi e potenziarsi per sfidare la natura e il suo volere.

Già da ora si inizia a pensare ad un futuro in cui sarà possibile sostituire parti del cervello danneggiate con una protesi, per migliorare ad esempio la memoria e, arrivati a questo punto, non sembra più, tanto difficile o azzardato, credere che fantasie come quelle dell'uomo bionico e della manipolazione delle menti siano così tanto surreali.

Oggi, infatti, stiamo entrando in una fase tecnologica appassionante e, allo stesso tempo, pericolosa, in cui, quelle che un tempo sembravano teorie fantascientifiche degne solo dei romanzi più assurdi, stanno assumendo, sempre di più, i caratteri rigorosi della fisica e della matematica.


Ma dove siamo disposti ad arrivare? Saremo in grado di riconoscere il limite ultimo che separa l'uomo dalla macchina?

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