Tanto tempo fa, quando la tecnologia era ancora un mistero tutto da svelare, gli uomini incominciavano già ad immaginare creature d'acciaio ed esseri iperdotati che in un futuro lontano avrebbero popolato la terra. Oggi però, in un mondo dominato dalla scienza e dalla tecnica, quel futuro tanto atteso sembra davvero arrivato e le storie fantascientifiche che per tanto tempo sono rimaste racchiuse tra le pagine dei libri, sono diventate realtà.
In un mondo ormai completamente
digitalizzato infatti, non c'è più limite, né confine tra reale e
virtuale, uomo e macchina.
Ed è proprio questa la storia che Isaac
Asimov, nel 1967, raccontava con “Il Segregazionista”.
In un futuro prossimo in cui le protesi
robotiche non sono più fantascienza, un vecchio senatore ormai
stanco e malato, si ritrova davanti ad un chirurgo per farsi
sostituire il cuore affaticato e, tra una protesi di plastica e una
di metallo, sceglie quella di metallo nonostante i tentativi del
medico di fargli cambiare idea.
La protesi in plastica infatti, seppur
meno resistente della struttura in metallo, è sicuramente più
adatta ad imitare, con grandissima approssimazione, il tessuto
naturale del cuore umano.
Nel nuovo mondo che l'autore immagina
nella sua storia però, quella per le protesi metalliche sembra ormai
una mania e a nessuno interessa rimanere ciò che è perchè tutti
ormai, sono affascinati dalla resistenza e dalla forza indomabile
delle nuove macchine.
Se in passato quindi, gli uomini
antichi si rimettevano nelle mani degli dei, oggi noi ci rimettiamo
nelle mani della scienza e del progresso tecnologico inarrestabile,
abbandonando passo dopo passo la nostra natura e il nostro corpo in cambio della "vita" dei Metallo.
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