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mercoledì 20 maggio 2020

STEP 12: Filosofia e progresso tecnologico in Pico Della Mirandola

Non ti ho fatto né celeste né terreno, né mortale né immortale, perché di te stesso quasi libero e sovrano artefice ti plasmassi e ti scolpissi nella forma che avresti prescelto. Tu potrai degenerare nelle cose inferiori che sono i bruti; tu potrai, secondo il tuo volere, rigenerarti nelle cose superiori che sono divine.”
Orazione sulla dignità dell'uomo.
Giovanni Pico Della Mirandola


L'uomo è tecnico, protetico e in un certo senso, artificiale sin dai tempi primitivi.

Sembra quasi che l'istinto di “andare contro natura” per creare e plasmare il mondo, sia radicato in lui da sempre.
Se fino a poco tempo fa però le macchine e la tecnologia entravano ancora a piccoli passi nella nostra realtà, limitandosi ad aiutarci a costruire un aratro per lavorare più facilmente il terreno, oggi invece, sono diventate parte integrante del mondo che stiamo creando.

L'uomo non è stato generato a immagine e somiglianza di una creatura superiore, non è stato fatto “nè celeste, né terreno” perchè egli stesso, proprio come un moderno demiurgo, si plasmerà e si modellerà secondo il suo volere.

Dal Protagora platonico all'Orazione sulla dignità dell'uomo di Pico della Mirandola perciò, l'uomo è descritto come una creatura dalla natura indefinita che, con il tempo, si sta trasformando, forse inconsapevolmente, sempre di più in uno dei Metallo di cui Asimov parlava nelle sue incredibili storie di fantascienza.

In questo senso le protesi sono l'esempio più lampante dell'ibridazione tra uomo e macchina. Sempre più sofisticate e complesse, le protesi infatti, a partire dagli arti robotici, quasi del tutto compatibili con quelli umani, fino ad arrivare agli esoscheletri, pensati per chi ha perso l'uso delle gambe, sono diventate ormai, un tutt'uno con il corpo al quale vengono applicate.


A quanto pare perciò, il confine tra reale e virtuale si sta facendo sempre più labile, tanto sottile da sembrare quasi impercettibile e, a poco a poco, le nostre creazioni si stanno trasformando in vere e proprie estensioni del nostro corpo, annullando così ogni distinzione tra naturale e artificiale.


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